Il 24 Ottobre 1957 John Harwood, l'inventore dell'orologio automatico da polso, entra nel ristretto gruppo dei detentori della Medaglia d'Oro del British Horological Institute, dopo la consegna fatta all'Assemblea Generale Annuale dell'Istituto nella sala della Royal Society of Arts a Londra. Dato che la medaglia fu inaugurata nel 1928, è stata assegnata in precedenza solo dieci volte.John Harwood è l'inventore dell'orologio automatico da polso, oggi proclamato da autorevoli membri dell'industria orologiera svizzera come capace di superare, per precisione e stabilità, non solo il normale orologio da polso a carica manuale ma addirittura l'orologio da tasca. Il valore dell'invenzione è tale che ora esistono circa 500 diverse fabbriche che costruiscono orologi automatici in Svizzera ed alcune di queste non producono nessun altro tipo di orologio. La maggior parte di queste fabbriche rifiniscono semplicemente movimenti base altrui benché circa 60 costruiscano i propri in casa. Ciò significa che esistono almeno 20 calibri automatici base.
Come arrivò Harwood all'invenzione del suo orologio automatico? Si è spesso affermato, in passato, che ci abbia pensato durante le lunghe ore passate nelle trincee della prima guerra mondiale; questa convinzione è rafforzata da un riferimento in un depliant pubblicitario massicciamente distribuito dalla "Harwood Self-Winding Watch Company" di Londra alla fine degli anni '20."Dubito che molte invenzioni debbano la loro origine ai sogni nel vero senso della parola," dice Harwood, "è molto più probabile che derivino dal pensiero profondo e dalla concentrazione. Certamente non è grazie ai sogni che si trasformano in forma concreta ed il sistema di carica Harwood non fa eccezione."La sua preoccupazione principale nell'estate del 1919, al ritorno alla vita civile, era di sposarsi e di conseguenza di ritrovò a metter su casa nel piccolo villaggio di Baldrine, sull'isola di Man, avendo in precedenza ottenuto un impiego con una ditta di gioielleria a Douglas. Fu qui che la sua idea di un orologio a carica automatica fu elaborata. Harwood non era nato sull'isola di Man ma a Bolton, Lancashire, nel 1893. Svolse il suo apprendistato come orologiaio riparatore a Bolton e, più tardi, fu impiegato presso la ditta Hirst Brothers di Oldham, sempre nel Lancashire.Nel laboratorio di Douglas, avrebbe guardato il movimento di un orologio che aveva appena revisionato e avrebbe detto a se stesso: "Qui, in questo spazio così ristretto, c'è uno dei più delicati e precisi meccanismi del mondo, che dovrebbe lavorare continuamente per anni se caricato spesso e regolarmente e protetto con cura dalla sporcizia che con tanta fatica ho appena eliminato". Infine, restituendo un orologio riparato al suo proprietario, si sarebbe chiesto come sarebbe stato caricato, troppo o troppo poco, forse certi giorni proprio per nulla. Pur nella remota possibilità che fosse accudito con cura e regolarità, c'era sempre l'apertura per l'albero di carica attraverso la quale ogni materiale estraneo avrebbe potuto passare, dato che le casse impermeabili non erano state ancora sviluppate, all'epoca.Questo era il pensiero che attraversava la sua mente ad ogni successivo orologio che revisionava, finché l'idea non lo riempì con l'agitazione e la determinazione a risolvere il problema di come caricare la molla infallibilmente ed automaticamente, senza l'aiuto esplicito dell'uomo, cosicché l'orologio potesse essere sigillato contro i pericoli della polvere e dell'umidità.La carica automatica era prima stata sperimentata negli orologi da tasca, l'ultima volta 50 o 60 anni prima ma, strano a dirsi, Harwood era davvero ignaro che il problema fosse stato affrontato e, di conseguenza, partì da zero. Per non far credere che si sentisse semplicemente informato in maniera inadeguata sulle conquiste passate nella storia dell'orologeria, Harwood rileva che nulla era pubblicato sui primi movimenti automatici, a quel tempo. Oggi è risaputo che un certo numero di tali orologi fu prodotto durante gli ultimi anni del XVIII secolo e all'inizio del XIX, ma fu solo dopo che l'attenzione per il suo orologio automatico aumentò che i particolari di questi vecchi modelli accesero abbastanza interesse per essere maggiormente diffusi.Per cominciare i suoi esperimenti nel 1922, egli scelse un orologio da polso svizzero con movimento da 13''' (linee) di diametro (29,3 mm, essendo una linea uguale a 2,2559 mm.) e tolse l'albero di carica, decidendo che questo pezzo dall'apparenza innocente doveva essere eliminato perché strumentale nel causare il problema. La carica deve avvenire dall'interno della cassa. Tenendo il movimento con le ore 12 verso il basso -la sua posizione normale quando al polso- egli scelse quello che considerava il posto più adatto per sospendere il peso e così, ad un punto della platina posteriore del movimento circa a metà fra le ore 6 e l'asse delle lancette, fissò il supporto per il peso stesso. Su di questo fu sospeso un pezzo di piombo di forma piatta, applicato ad una piastra di ottone. Montò quindi in posizione un treno di ruote e pignoni che giudicò il più adatto allo scopo. Questo modello fu inteso solamente come il primo passo nel necessario processo di errori e correzioni così nessun sistema di regolazione dell'ora fu previsto, essendo le lancette semplicemente montate all'ora esatta prima di indossare l'orologio, poiché l'apertura per l'albero di carica era stata chiusa in precedenza.
Come arrivò Harwood all'invenzione del suo orologio automatico? Si è spesso affermato, in passato, che ci abbia pensato durante le lunghe ore passate nelle trincee della prima guerra mondiale; questa convinzione è rafforzata da un riferimento in un depliant pubblicitario massicciamente distribuito dalla "Harwood Self-Winding Watch Company" di Londra alla fine degli anni '20."Dubito che molte invenzioni debbano la loro origine ai sogni nel vero senso della parola," dice Harwood, "è molto più probabile che derivino dal pensiero profondo e dalla concentrazione. Certamente non è grazie ai sogni che si trasformano in forma concreta ed il sistema di carica Harwood non fa eccezione."La sua preoccupazione principale nell'estate del 1919, al ritorno alla vita civile, era di sposarsi e di conseguenza di ritrovò a metter su casa nel piccolo villaggio di Baldrine, sull'isola di Man, avendo in precedenza ottenuto un impiego con una ditta di gioielleria a Douglas. Fu qui che la sua idea di un orologio a carica automatica fu elaborata. Harwood non era nato sull'isola di Man ma a Bolton, Lancashire, nel 1893. Svolse il suo apprendistato come orologiaio riparatore a Bolton e, più tardi, fu impiegato presso la ditta Hirst Brothers di Oldham, sempre nel Lancashire.Nel laboratorio di Douglas, avrebbe guardato il movimento di un orologio che aveva appena revisionato e avrebbe detto a se stesso: "Qui, in questo spazio così ristretto, c'è uno dei più delicati e precisi meccanismi del mondo, che dovrebbe lavorare continuamente per anni se caricato spesso e regolarmente e protetto con cura dalla sporcizia che con tanta fatica ho appena eliminato". Infine, restituendo un orologio riparato al suo proprietario, si sarebbe chiesto come sarebbe stato caricato, troppo o troppo poco, forse certi giorni proprio per nulla. Pur nella remota possibilità che fosse accudito con cura e regolarità, c'era sempre l'apertura per l'albero di carica attraverso la quale ogni materiale estraneo avrebbe potuto passare, dato che le casse impermeabili non erano state ancora sviluppate, all'epoca.Questo era il pensiero che attraversava la sua mente ad ogni successivo orologio che revisionava, finché l'idea non lo riempì con l'agitazione e la determinazione a risolvere il problema di come caricare la molla infallibilmente ed automaticamente, senza l'aiuto esplicito dell'uomo, cosicché l'orologio potesse essere sigillato contro i pericoli della polvere e dell'umidità.La carica automatica era prima stata sperimentata negli orologi da tasca, l'ultima volta 50 o 60 anni prima ma, strano a dirsi, Harwood era davvero ignaro che il problema fosse stato affrontato e, di conseguenza, partì da zero. Per non far credere che si sentisse semplicemente informato in maniera inadeguata sulle conquiste passate nella storia dell'orologeria, Harwood rileva che nulla era pubblicato sui primi movimenti automatici, a quel tempo. Oggi è risaputo che un certo numero di tali orologi fu prodotto durante gli ultimi anni del XVIII secolo e all'inizio del XIX, ma fu solo dopo che l'attenzione per il suo orologio automatico aumentò che i particolari di questi vecchi modelli accesero abbastanza interesse per essere maggiormente diffusi.Per cominciare i suoi esperimenti nel 1922, egli scelse un orologio da polso svizzero con movimento da 13''' (linee) di diametro (29,3 mm, essendo una linea uguale a 2,2559 mm.) e tolse l'albero di carica, decidendo che questo pezzo dall'apparenza innocente doveva essere eliminato perché strumentale nel causare il problema. La carica deve avvenire dall'interno della cassa. Tenendo il movimento con le ore 12 verso il basso -la sua posizione normale quando al polso- egli scelse quello che considerava il posto più adatto per sospendere il peso e così, ad un punto della platina posteriore del movimento circa a metà fra le ore 6 e l'asse delle lancette, fissò il supporto per il peso stesso. Su di questo fu sospeso un pezzo di piombo di forma piatta, applicato ad una piastra di ottone. Montò quindi in posizione un treno di ruote e pignoni che giudicò il più adatto allo scopo. Questo modello fu inteso solamente come il primo passo nel necessario processo di errori e correzioni così nessun sistema di regolazione dell'ora fu previsto, essendo le lancette semplicemente montate all'ora esatta prima di indossare l'orologio, poiché l'apertura per l'albero di carica era stata chiusa in precedenza.
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