4 giu 2006

NANO PARTICELLE


Nelle vicinanze del casello autostradale dì Riccione (località Ribano) " si vuole raddoppiare la capacità dell'inceneritore esistente, nonostante i paesi come Germania ed USA, li stiano dismettendo. Gli inceneritori non starebbero neanche in piedi economicamente, se non li finanziasse lo Stato, che, aggirando una direttiva europea, dirotta fondi riservati ad energie rinnovabili verso finanziamenti pro-inceneritorì (che vengono ora ridefiniti termovalorizzatori), mentre nessun finanziamento è previsto a sostegno della raccolta differenziata dei rifiuti. La migliore soluzione sarebbe chiudere immediatamente molti degli inceneritori esistenti, ed adottare sistemi di raccolta differenziata spinta (porta a porta).
Nanoparticelle e inceneritori: quello che dovete sapere!
Lo studio delle “nanoparticelle” e, per quanto ci riguarda, di quelle inorganiche, è estremamente recente e legato ad ambiti scientifici molto particolari (settore militare). Dall’inizio delle ricerche risultò evidente che le nanoparticelle sono in grado di entrare nell’organismo umano; la via preferenziale d’ingresso è l’inalazione infatti attraverso gli alveoli polmonari queste sostanze entranano nella circolazione sanguigna e si depositano poi in qualche organo (fegato, rene, cervello ecc…) non sono biodegradabili e, ancor peggio, non sono biocompatibile. Le nanoparticelle sono capaci di innescare malattie e, addirittura, per le loro ridotte dimensioni, alterare il DNA delle cellule. Le prime ricerche che hanno condotto a tali conclusioni sono state effettuate nei “teatri bellici” (guerra in Iraq, guerra dei Balcani) dove si è rilevato che la sindrome che ha afflitto civili e militari non era tanto causata dalla radioattività dell’uranio impoverito (proiettili e bombe), quanto dall’inalazione e dall’ingestione delle enormi quantità di polveri sottilissime sviluppate dalle alte temperature delle esplosioni. Dopo l’inalazione la via d’assunzione più frequente è l’ingestione. Infatti le particelle che fluttuano in aria prima o poi cadono a terra andandosi a depositare su frutta, verdura, erba (nutrimento per gli animali). E’ possibile liberarci da questi elementi una volta stabilitisi nell’organismo? Allo stato attuale della ricerca la risposta è NO! Le fonti di inquinamento possono essere diverse; alcune naturali (eruzioni vulcaniche, incendi ecc…) ma i grandi responsabili del problema sono i procedimenti ad alta temperatura comuni soprattutto nell’industria. Inceneritori e termovalorizzatori, in particolare quelli a tecnologia più avanzata che funzionano a temperature maggiori rispetto a quelli del passato, liberano nell’aria agenti inquinanti capaci di raggrupparsi in particelle che formano leghe del tutto casuali che non si ritrovano in alcun manuale specialistico e che pertanto non vengono valutate quando di norma vengono fatte indagini sulla qualità dell’aria (ASL, ARPA) ma che sono le responsabili delle nanopatologie. I pochi studi di ricerca presenti continuano a trovare micro e nanoparticelle inorganiche nel pane, nei biscotti (grano), nella carne e persino negli alimenti per l’infanzia. E intanto HERA per cui “tutto va bene madama la marchesa” è pronta ad installare il 4° forno da cui ricavare energia elettrica da rivendere. Profitti privati a scapito della salute di tutti. ADESSO BASTA!!

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