19 mar 2006

LA COMUNICAZIONE


Nell'interazione tra individui e tra l'individuo e la società assume sempre più importanza la capacità di convincere, cioè di far mutare le opinioni e gli atteggiamenti degli altri. Ciò vale sia nei rapporti interpersonali sia nella comunicazione di massa finalizzata a creare una preferenza per un prodotto o per un idea (per esempio un partito politico).
Per comprendere questi fenomeni è bene partire dalla definizione di atteggiamento e di opinione, e di come si formano.

Un atteggiamento costituisce sia un orientamento favorevole o sfavorevole verso un particolare oggetto, concetto o situazione, sia la disposizione a reagire in modo predeterminato a questo oggetto, situazione o ad altre connesse. Sia l'orientamento che la disposizione alla risposta hanno sia aspetti emotivi, anche inconsci, sia aspetti razionali. Spesso si manifesta un atteggiamento verso una persona o una situazione senza rendersene pienamente conto ("...mi è antipatico, ma non so spiegarmi perché...").

L'opinione costituisce una preferenza ma anche un'aspettativa o una previsione e, a differenza dell'atteggiamento che spesso è a livello inconscio, è razionalizzata dal soggetto e può essere espressa verbalmente. Atteggiamenti e opinioni sono strettamente connessi: se si odia una persona si esprime un atteggiamento negativo e si tende a prevederne un cattivo comportamento (opinione che potrebbe essere espressa verbalmente o tenuta per sé).


Come si possono cambiare atteggiamenti e opinioni
Brown (Social psychology, 1965, Free Press) ha ipotizzato che ogni individuo desidera che le proprie opinioni e il proprio comportamento siano coerenti; se scopre elementi contrastanti, opera in modo da ridurre tali elementi, modificando le opinioni o il proprio comportamento ("Teoria della Coerenza").
Di questa teoria sono state elaborate delle varianti. Una di queste, la Teoria della Congruenza, ha classificato gli atteggiamenti di un individuo nei riguardi di una persona secondo una scala di valori numerici (+3 molto positivo, -3 molto negativo). Se si percepisce un'incongruenza ( per esempio qualcuno che stimiamo non apprezza le stesse cose che apprezziamo noi) si cerca di operare in modo di ristabilire l'equilibrio. Un'altra teoria, la Teoria delle Dissonanze Cognitive, mette in evidenza le conseguenze di un processo decisionale. E' dopo che la decisione è stata presa che la dissonanza si fa sentire con maggiore enfasi ed il soggetto comincia realmente a modificare le proprie cognizioni per ridurre la dissonanza. Perciò non è solo durante la fase precedente alla decisione che possono emergere dei conflitti, ma è proprio nella fase successiva, quando l'individuo si trova a giustificare le decisioni a se stesso, che le dissonanze acquistano maggiore intensità e l'individuo comincia a modificare le proprie cognizioni allo scopo di ridurre la dissonanza. Per cambiare atteggiamento e opinione l'individuo valuta la comunicazione che riceve dando valore non solo alle argomentazioni, ma anche alla credibilità della fonte e alle emozioni che la comunicazione gli suscita. Valuta la coerenza con l'atteggiamento e l'opinione nei riguardi del soggetto che gli invia la comunicazione e permane nella modificata opinione se non percepisce dissonanze cognitive nella fase successiva quando si trova a giustificare questo mutamento a se stesso. Le emozioni suscitate dalla comunicazione hanno grande importanza ed efficacia nella persuasione, non solo se sono positive, come la gioia, ma anche se sono negative, come la paura. L'appello alla paura è in effetti molto usato nella comunicazione di massa, in materia sanitaria (per esempio nelle campagne di prevenzione), nelle prediche religiose e nelle campagne politiche. Per far cambiare un atteggiamento o un opinione bisogna perciò prima creare un atteggiamento positivo nei propri confronti, di simpatia o almeno di coerenza. Bisogna poi creare un sentimento di stima e di autorevolezza esprimendo le opinioni in modo chiaro senza creare eccessive dissonanze con la visione del problema dell'interlocutore. Si deve saper fare appello, quando necessario, a delle emozioni, per incidere più profondamente nell'atteggiamento inconscio.

16 mar 2006

IL COLORE DEI SOGNI

Penso che sognare aiuti a vivere meglio. Sognare è gratis e sempre carico di fascino e di grandi emozioni; raggiungerlo sarebbe chiedere troppo al destino. Lo scontro tra sogno e realtà è sempre duro. Il sogno realizzato perde sempre il suo fascino. Forse è per questo che molte persone vivono sognando. Non ho mai smesso di sognare e di sperare in qualcosa di veramente bello per cui valga la pena vivere. Buona notte a tutti e sogni d’oro.

15 mar 2006

LA MENZOGNA


Tutti sogniamo un mondo in cui ognuno è sincero e fiducioso nei confronti dell'altro e viene a sua volta ripagato con pari sincerità. Ma sarebbe migliore un mondo senza menzogna? Potremmo vivere senza mentire, senza ingannare, senza "essere mentiti" ed ingannati? Se tutti dicessero sempre e comunque la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità ci sarebbe ancora una differenza, per esempio, tra buona educazione ed ipocrisia tra il fare di necessità virtù ed autoinganno, tra misericordia e bugie pietose, tra riserbo e dissimulazione? Come avremmo potuto sottrarci alle poche razioni di cibo dei predatori, difenderci da chi era più forte di noi se non ingannando, simulando, falsificando? E la realtà può ingannare? Sherlock Holmes vedeva le stesse cose del suo antagonista. Si prende atto che, nel mondo, la menzogna e l'inganno convivono con la sincerità e la correttezza. Il processo penale, la testimonianza, il pentitismo ma anche lo spionaggio, la pubblicità, la propaganda, l'arte, la scienza, il paranormale, la politica, la COPPIA e la vita quotidiana offrono fecondi campi di riflessione su questo argomento.

11 mar 2006

OGGI SPOSI

Oggi Andrea e Daniela si sono felicemente sposati. Tantissimi bacioni. Mauro.

10 mar 2006

BRAVA FRANCESCA



Francesca è una mia amica. Si è laureata in CHIMICA INDUSTRIALE e dopo aver superato un difficile esame di inglese ora è in Canada a fare il dottorato. Brava cara amica perchè sei rimasta una DONNA dolce e coerente con le tue scelte senza voler somigliare a nessun uomo. Non posso che farti un grande in bocca al lupo e ricordarti che il mio blog è sempre aperto e se qualche volta passi da queste parti lasciami un saluto.Con affetto.

MAURO

9 mar 2006

ARTICOLO DI BEPPE GRILLO

La legge Biagi ha dato risultati straordinari, ma come tutte le cose puo' essere migliorata ed e' perfettibile". Silvio Berlusconi.
"La legge si sta rivelando efficace sopratutto nella tutela dei segmenti deboli, in particolare per l'occupazione femminile”. Roberto Maroni.
“ La legge Biagi favorisce occupazione permanente”. Maurizio Sacconi, sottosegretario al Welfare.
“Se in Italia siamo «percentualmente al livello più basso di disoccupazione» il merito è delle «riforme coraggiose» varate dal governo sul lavoro e «in particolare quella che porta il nome di un martire che è Marco Biagi...l' allternativa non è tra contratto a tempo indeterminato e flessibilità ma tra flessibilità», che pure si deve puntare a stabilizzare, «e precarietà»". Gianfranco Fini.
Insomma sono tutti d’accordo: legge Biagi = tutela dei deboli, occupazione permanente, flessibilità e risultati straordinari.
Sarà, ma per me questa legge è un passo indietro rispetto alla schiavitù. Nel 1850 il costo di uno schiavo in America era di 1.000 dollari equivalenti a 38.000 dollari di oggi. Un investimento da tutelare. Lo schiavo doveva essere istruito per il lavoro a cui era destinato. La sua salute andava protetta nel tempo.
La legge Biagi, Co.Co.Co. e Co.Co.Pro hanno portato insicurezza e stipendi da fame. Fare lo schiavo sudista era meglio. Quello almeno poteva farsi una famiglia.Lo slogan “Lavorare tutti, lavorare meno” è stato quasi raggiunto. L’Italia si è trasformata in una nazione di precari, di sotto-occupati e di senza lavoro. Di universitari che rispondono nei call center a 5 euro all’ora.
Le panzane della casa circondariale della libertà sull’occupazione meritano una risposta.
Invito tutti coloro che sono vittime della legge Biagi a raccontare la loro storia con un commento a questo Post.Le stamperò in un volume che invierò a tutti i segretari di partito
SONO PIENAMENTE D'ACCORDO CON BEPPE.

8 mar 2006

DONNE E CARRIERA

Donne in carriera?
Non in Italia. Il nostro paese è infatti all'ultimo posto in Europa per presenza femminile nei luoghi di potere decisionale, sia politico, sia economico o sindacale. Lo sottolinea l'associazione Arcidonna, che ha effettuato un monitoraggio nei settori chiave per verificare quantità e qualità dei ruoli ricoperti dalle donne nella società italiana. A Roma, a Palazzo Ferrajoli, sono stati presentati cifre e dati che confermano le difficoltà affrontate dalle donne italiane a raggiungere i vertici decisionali.

Donne e politica
La ricerca dimostra che in Italia la presenza femminile negli organi direttivi dei partiti si attesta al 15%, rispetto alla soglia critica del 35% indicata come soglia minima di un giusto equilibrio tra i sessi. La sinistra batte la destra, che registra lo zero assoluto della Lega. In Fi e An la presenza femminile è pari a circa il 6%, nel Nuovo Psi dell'11%, nell'Udc del 7% e nell'Udeur del 9%. Tra l'opposizione i Ds presentano un 31% di presenza femminile, la Margherita il 12%, il Pdci un 40%, lo Sdi 16%, i Verdi 34% e Rifondazione comunista 34%. Il risultato si riverbera direttamente sui quadri istituzionali: la presenza di donne in Parlamento è molto scarsa: 11,5% dei seggi alla Camera e l'8% in Senato. Al governo solo 8 donne su 80 ricoprono ruoli decisionali: due ministri e sei sottosegretarie.

Donne e sindacato
Lo scenario tracciato per i partiti vale anche per i sindacati, dove, sottolinea lo studio, “solo la Cgil, applicando il criterio della non discriminazione ha una corretta presenza di donne pari agli uomini". Ma il dato medio rimane sconfortante: la presenza femminile si attesta al 10%, mentre nella Cgil si arriva al 38%.

Donne e economia
A fronte di una percentuale considerata corretta per l'accesso delle donne al lavoro impiegatizio in banca - il 47% - la cifra cala vertiginosamente se ci si avvicina al vertice della piramide. Nei quadri il numero scende ad un 22%, fino a rarefarsi in un 4%. Nel 40% della banche, non ci sono donne dirigenti. Tra le parlamentari presenti, Maura Cossutta, Pdci, che ha parlato della questione in termini di un “problema di democrazia, non solo di modernità” ha criticato i partiti di governo per "non aver recepito la lezione del femminismo e pur presentando donne libere e coraggiose come la Mussolini, non ha adottato uno statuto antidiscriminatorio. Daniela Santanchè, An, ha replicato facendo autocritica: "Un tempo rabbrividivo all'idea di inserire soglie minime e azioni positive nella configurazione dei partiti. Era miopia o forse retaggio della mia cultura politica. Oggi ho cambiato idea perché mi sono resa conto che le donne pagano per una situazione storica. Ora credo anzi che gli aiuti alle donne vadano estesi anche ai settori dell'economia, dove le donne hanno pochi ruoli decisionali. Ma oltre a questo - conclude la Santanchè - serve che le donne inizino a solidarizzare, a fare branco. E invece si impedisce sempre che un'altra donna abbia successo perché i posti in palio sono pochi. Ecco perché bisogna assegnarne di più alle donne”. Anche Mariella Gramaglia, Ds, si è detta a favore di "lobby democratiche delle donne. Ma serve soprattutto dare valore sociale al mondo della politica e dell'impresa per invogliare le donne a prendervi parte".

4 mar 2006

DONNE

Molto spesso le donne tendono a voler divenatare come noi uomini. Posso affermare con sicurezza che se oggi non ci sono gli uomini di una volta è perchè le donne sono diverse. Decise a raggiungere il potere con la stessa freddezza degli uomin e io non sono d'accordo. Vorrei che le donne tornassero ad essere dolci e premurose come le mamme di un tempo. La donna ha già un ruolo importantissimo nella società, un ruolo insostituibile di dare luce alla VITA! Il resto lasciatelo fare a noi uomini.
Grazie da un uomo.

1 mar 2006

GRANDE FRATELLO

Siete sicuri che in questo momento non vi stiano spiando? Il grande fratello insegna. Telecamere ovunque! Finiremo per essere tutti concorrenti del grande fratello.