Il pensare mafioso è un modo di essere e di sentire diffuso in Sicilia, frutto della storia peculiare dell'isola; contiene una rappresentazione forte della famiglia e debole dell'individuo e del sociale. Perpetua modi non complessi di ordinare la realtà, di conoscerla, di dargli senso, ed anche di comunicare su di essa. Nasconde una implicita costrizione alla violenza, alla sopraffazione dell'individuo e della sua soggettività, ed anche l'insicurezza, la paura di sbagliare, di compromettersi e di essere estromessi dal rassicurante e protettivo contenitore familiare. Rappresenta e quindi rende gl'individui passivi ed accomodanti, condannandoli alla perenne ricerca di accudimento materno che essi trovano nella famiglia, nel clan o nella figura di un protettore. I1 pensare mafioso fonda una realtà dogmatica, simbolicamente non trasformabile, celebra la liturgia della non-parola. In esso s'intravede una patologia della relazione individuo-famiglia-società, ed è facile pensare che anticipi la follia mafiosa, anzi che in essa si conclami
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