Immaginate che alcuni ricercatori scoprano verità incontrovertibili che annullano la credibilità di un’imponente organizzazione del potere come il Vaticano. Per esempio che sia stato nascosto per secoli un segreto sulla vita di Cristo e sulla relazione tra Templari, Massoneria e regnanti europei, come sostengono fin dal 1982 i tre autori del libro “Il Santo Graal”, Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln. Oppure immaginate che in uno sperduto laboratorio nel napoletano alcuni biologi e fisici scoprano che dei batteri, presenti in meteoriti conservati nel Museo Vaticano, siano capaci di produrre elementi chimici, come metalli preziosi e rari, trasformando la materia come nel sogno degli antichi alchimisti, il piombo in oro per capirci. Quale strategia adottereste per evitare una scandalosa richiesta di spiegazioni da parte dell’intera umanità? Una strategia semplice, specie se avete i mezzi per attuarla, è quella di trasformare in burletta le verità che iniziano a viaggiare oltre i limitati confini della cerchia ristrettissima degli intellettuali dotati degli strumenti culturali per elaborare un concreto pensiero critico. Per esempio affidando alla potenza commerciale dell’editoria, che decide cosa deve essere letto e cosa no, il compito di diffondere un romanzo ben scritto, quindi rielaborato da decine di editor a questo preposti e ben istruiti. Se “romanzate” la verità la gente comune comprenderà più che si tratta di invenzioni fantastiche che di realtà oggettive. Se poi agirete con una campagna di censura, per offesa diretta e blasfemia, produrrete un’impennata di interesse: più verso il falso del romanzo che verso il vero contenuto nei documenti scientifici esistenti, e seppelliti gelosamente. Come fare a non intuire che Dan Brown, l’autore del famigerato “Codice da Vinci” e del “La verità del ghiaccio”, sia in realtà un pezzo di una campagna tesa a coprire la realtà? C’è da sperare che in tanti si ribellino alla ipocrita mistificazione in atto, cominciando col domandarsi: ma perché il Vaticano collabora alla pubblicità sul libro e sul film, invece di avere un sobrio comportamento di indifferenza? E quanto denaro è coinvolto nel marketing imponente che accompagna Dan Brown insieme a tutto il merchandising realizzato da numerosissimi testi prodotti e venduti intorno ai suoi testi? Siamo ancora avvolti dalla tecnica del negare per affermare.
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