Un addittivo accelererebbe la sua degradazione Milano, 6 agosto 2006. I ricercatori dell’industria norvegese Sintef avrebbero scoperto un additivo che accelererebbe la degradazione di due componenti essenziali della plastica: il polietilene e il polipropilene.La notizia contribuisce ad alimentare le speranze di un mondo sottratto alla plastica, anche se gli esperimenti si sono diretti nella degradazione dei costituenti dei normali sacchetti della spesa che contribuiscono essi stessi a danneggiare l’ambiente una volta inutilizzati, vista la grande quantità che ne viene prodotta. Col metodo messo a punto dai ricercatori, sarà possibile degradarli in sole due settimane, con la complicità dell’ossigeno e dei raggi ultravioletti, contro i dodici mesi occorrenti adesso perché la natura, da sola, si liberi del pericoloso intruso.Il processo di degradazione, messo a punto grazie all’additivo scoperto dagli scienziati, rompe le lunghe molecole che compongono la plastica e li rende “digeribili” ai microrganismi presenti nell’aria che, in una settimana, appunto, sono in grado di degradarle del tutto. Un’ottima scoperta che verrà sicuramente estesa anche ad altri componenti sempre in plastica affinchè riescano a liberarci di questo materiale quando non ci serve più.
20 set 2006
LA PLASTICA E L'AMBIENTE
Un addittivo accelererebbe la sua degradazione Milano, 6 agosto 2006. I ricercatori dell’industria norvegese Sintef avrebbero scoperto un additivo che accelererebbe la degradazione di due componenti essenziali della plastica: il polietilene e il polipropilene.La notizia contribuisce ad alimentare le speranze di un mondo sottratto alla plastica, anche se gli esperimenti si sono diretti nella degradazione dei costituenti dei normali sacchetti della spesa che contribuiscono essi stessi a danneggiare l’ambiente una volta inutilizzati, vista la grande quantità che ne viene prodotta. Col metodo messo a punto dai ricercatori, sarà possibile degradarli in sole due settimane, con la complicità dell’ossigeno e dei raggi ultravioletti, contro i dodici mesi occorrenti adesso perché la natura, da sola, si liberi del pericoloso intruso.Il processo di degradazione, messo a punto grazie all’additivo scoperto dagli scienziati, rompe le lunghe molecole che compongono la plastica e li rende “digeribili” ai microrganismi presenti nell’aria che, in una settimana, appunto, sono in grado di degradarle del tutto. Un’ottima scoperta che verrà sicuramente estesa anche ad altri componenti sempre in plastica affinchè riescano a liberarci di questo materiale quando non ci serve più.
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